La Norton Manx è sicuramente la più famosa e longeva motocicletta da corsa. La monocilindrica inglese sebbene non fosse sullo stesso piano delle rivali pluricilindriche italiane, ad esempio la Gilera 4 cilindri poteva contare su una potenza di 60 Cv, almeno 10 in più della Manx, doveva il segreto delle sue vittorie nell' equilibrio sopraffino che questa moto era capace di raggiungere. Piccola, leggera, si rivelò un mezzo facile da portare al limite grazie al telaio Featherbed (letteralmente: letto di piume), ideato dai fratelli McCandless e adottato nel 1951. Una soluzione che permise una guida particolarmente redditizia, soprattutto nei circuiti tortuosi.
Il motore, pur non avendo una potenza esagerata, venne sfruttato in modo ottimale dalla miglior ciclistica dell' epoca e da una massa contenuta entro i 140 chili.
Tutte qualità che consentirono alla Manx di superare la velocità di 215 km/h.
Non fidandosi della resistenza delle catene dell' epoca, e non essendo ancora disponibili le cinghie dentate per comandare le distribuzioni, i tecnici della Casa britannica optarono per un alberino a coppie coniche.
La Norton Manx, nelle versioni 500 e 350, venne portata al trionfo da piloti quali Geoff Duke, Mike Hailwood, Phil Read, Luigi Taveri, Jim Redman ...
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